Diritti al futuro ha elaborato un documento frutto di un lavoro di partecipazione e condivisione organizzato in 5 tavoli di lavoro aperto agli iscritti, ai simpatizzanti, alle cittadine e ai cittadini che hanno comunicato interesse al percorso intrapreso.
Come una vera propria officina, il documento esprime un pluralismo di idee scritto a più mani, interpretando voci, sensibilità e matrici culturali diverse, nello spirito di Diritti al Futuro, che è associazione politica e culturale che si impegna nel campo del centrosinistra ricercando unità e nello stesso tempo valorizzando la diversità per tramite il pluralismo appunto. Sono idee sparse che rappresentano l’impegno identitario che Diritti al Futuro si impegna ad assumere nel patto democratico con la comunità locale come fondamento del suo programma.
Le Officine delle Idee esprimono l’esigenza di avere una innovativa visione della città per i prossimi anni, capace di mantenere continuità (nella parte di città e servizi che si sono ben sviluppati negli ultimi mandati amministrativi) e promuovere rinnovamento nella metodologia del governo della cosa pubblica con maggiore disponibilità al dialogo, alla partecipazione e alla condivisione e con soluzioni per le questioni ancora irrisolte e per i nuovi problemi che emergono da un mutato contesto cittadino da un punto di vista culturale, sociale, economico considerando anche le nuove esigenze determinate dalla pandemia del COVID 19.
La visione del processo delle Officine delle Idee è la Città Futura: ideale e desiderabile. La Città capace di essere protagonista nell’area Vasta e con gli enti locali territoriali contigui; la Città con una macchina amministrativa completa nei numeri, competente nelle professionalità, valorizzata e a servizio in modo motivato della comunità; la Città equa e giusta nell’applicazione della fiscalità; la città che cerca di dare soluzione ai problemi dell’aumento della disuguaglianza sociale; la Città turistica bella, accogliente e capace di attrarre nuovi turismi; la Città della cultura come asse di sviluppo e di coesione; la Città della Salute in cui l’offerta dei servizi socio – sanitari per la comunità locale viene potenziata e modernizzata; la Città dell’innovazione tecnologica che entra a far parte della rete nazionale delle Smart Cties; la Città della transizione ecologica, della mobilità sostenibile e la Città verde.
Il documento è declinato in 5 capitoli frutto di un lavoro collettivo e pubblicati a febbraio 2020:
- Capitolo 1: L’Unione dei Comuni, la macchina amministrativa e le politiche finanziarie
- Capitolo 2: il turismo e la cultura
- Capitolo 3: Welfare – Sanità, politiche sociali, impianti sportivi
- Capitolo 4: Innovazione tecnologica
- Capitolo 5: Transizione ecologica, mobilità, verde pubblico, le periferie e le frazioni, i lungomari, l’agricoltura
Premessa culturale e politica
Senigallia la città desiderabile
La città desiderabile che abbiamo in mente è quella accogliente, che promuove un “turismo gentile” diverso dalla cultura usa e getta dei luoghi urbani, della spiaggia, dei servizi.
La città desiderabile è quella che mette al centro della propria cultura e delle scelte infrastrutturali la “mobilità dolce” dei pedoni, degli utenti deboli della mobilità (bambini, anziani, diversamente abili), delle biciclette.
La città desiderabile è la città dei cittadini: delle donne e degli uomini che la abitano, la vivono, ci lavorano come soggetti portatori di diritti e di doveri e non soggetti che vengono visti solo come consumatori.
La città desiderabile è la città bella e praticabile: delle piazze, luoghi di incontro rigenerati da un punto di vista architettonico, sociale ed economico.
La città desiderabile è la città verde dei giardini belli e fruibili, dei viali manutenuti e/o riprogettati con opere programmate di sostituzione ove necessarie.
La città desiderabile è la città conviviale, che ritrovi la gioia dello stare insieme.
La città desiderabile è la città accogliente che tiene conto delle differenze sociali e si occupa delle nuove e vecchie povertà.
Senigallia democratica e antifascista
Diritti al Futuro reputa urgente, leggendo il contesto politico e culturale dei tempi presenti, avviare un programma di iniziative di testimonianza per la comunità e di formazione per le giovani generazioni che, richiamando e attuando la Costituzione italiana, riaffermi che Senigallia è Città democratica e antifascista. In modo particolare si indicano le seguenti proposte di iniziative:
- avvio di un programma dell’amministrazione comunale di coinvolgimento degli alunni delle scuole inferiori e superiori cittadine che faccia conoscere la storia locale della Resistenza all’antifascismo nel nostro territorio, chi erano i partigiani, le vittime, i carnefici, gli episodi più salienti della lotta partigiana e il ricordo dei delitti nazifascisti nel nostro territorio.
- campagna di sensibilizzazione e di informazione, anche via social, contro i rigurgiti fascisti, ove si dichiari in maniera irrevocabile la vocazione democratica, repubblicana e antifascista della nostra città e della sua amministrazione.
- nuovo regolamento per l’utilizzo di spazi e locali comunali, molto più stringente e vigile, che escluda la possibilità di fruizione a tutti quei soggetti, associazioni o attività, riconducibili all’estrema destra fascista.
- apposizione di targhe commemorative, denominazioni topografiche e creazione di “percorsi della memoria” in onore e in ricordo dei partigiani del nostro territorio e delle vittime dell’orrore nazifascista.
La partecipazione a Senigallia
Diritti al futuro si impegna per promuovere una campagna di informazione affinché i cittadini vengano resi partecipi su questioni sensibili, soprattutto quando non contemplate tra gli impegni programmatici conosciuti e assunti dall’Amministrazione ad inizio mandato.
Uno strumento su cui la futura amministrazione comunale dovrà impegnarsi sarà quello attinente il tema della partecipazione collegata al decentramento con l’avvio della riforma e l’attivazione dei Centri civici. Attualmente il percorso per l’attivazione dei centri civici non è mai partito.
Le ultime modifiche apportate, non sono bastate a creare un sistema pratico e snello per l’attivazione , lasciando così un modello scritto solo su carta e mai partito.
Sono due le ragioni che stanno impedendo che il processo parta definitivamente: la prima riguarda il modello elettivo che ad oggi risulta impostato come le elezioni comunali, quindi con molti adempimenti burocratici sia per i cittadini che per gli uffici;
la seconda risiede nel fatto che così strutturati rappresentano più un prolungamento politico del Consiglio Comunale che non uno strumento di maggior partecipazione civica collettiva.
La riforma che proponiamo va verso un modello di elezioni più snello, economico e pratico che dovrà prevedere meno adempimenti burocratici sia per i cittadini volontari che per gli uffici comunali.
Gli obbiettivi amministrativi da raggiungere sono:
- rendere i Centri civici una piattaforma partecipativa istituzionale che integri l’attività di proposta politica – amministrativa del Consiglio Comunale;
- renderli un punto di riferimento per tutte le associazioni che ricadono all’interno del territorio del centro civico con il fine di avere un ruolo di coordinamento e di riferimento per gli eventi locali;
- renderli lo strumento che riavvicinerà l’Ente Pubblico al cittadino mediante incontri e informazioni sui provvedimenti presi da Giunta e Consiglio Comunale;
- renderli un punto di riferimento per la presentazione di istanze e l’esposizione di problematiche dei territori, uno spazio aperto al confronto e all’informazione;
- renderli lo strumento per l’attuazione vera e concreta del bilancio partecipativo mediante la presentazione di puntuali progettualità in base agli stanziamenti del Bilancio Comunale.