Capitolo 1: L’Unione dei Comuni, la macchina amministrativa e le politiche finanziarie

  1. Unione dei Comuni
  2. Struttura organizzativa dell’Ente
  3. Tributi

1. Unione dei Comuni

Posto che i servizi di raccolta e smaltimento rifiuti, oltre che la gestione della rete idrica, son affidati ad ambiti territoriali di area vasta, è indispensabile proseguire nel percorso intrapreso con l’istituzione dell’Unione dei Comuni “Le terre della Marca Senone”. Quello intrapreso con la sottoscrizione, avvenuta il 16 marzo 2018, dell’atto costitutivo dell’Unione, è infatti un percorso virtuoso fondato sulla consapevolezza che solo in forma associata sia possibile, a fronte delle tante funzioni attribuite ai comuni, garantire a tutti i cittadini del territorio standard uniformi di qualità dei servizi. Considerato anche quello che possiamo vedere nel panorama nazionale, possiamo dire che la necessità di unire più enti sta diventando una esigenza reale e non più rinviabile.

Nel corso del prossimo mandato amministrativo, sarà necessario effettuare una attenta verifica delle criticità eventualmente emerse in alcuni ambiti, criticità per altro prevedibili a fronte di una riorganizzazione così complessa, ed approntare gli opportuni correttivi. Bisognerà inoltre ampliare il numero di funzioni conferite all’Unione a cominciare da quelle relative ai servizi di Polizia Municipale (all’interno della quale rientra anche il concetto di sicurezza e che può servirsi di un sistema coordinato di telecamere di sorveglianza sulle strade, nei centri storici, di una centrale operativa unica, di un ufficio gestione delle sanzioni centralizzato che liberi risorse per i servizi esterni…)

Altre funzioni da passare nel tempo all’Unione dei Comuni (oggi, a parte i servizi alla persona, solamente le funzioni Suap sono passate all’Unione) sono:

  • Protezione civile (piani e gestione delle emergenze coordinati)
  • Servizi informatici;
  • Gestione del personale;
  • Turismo, cultura e marketing del territorio;
  • SUE (sviluppando sinergie informatiche e software con il SUAP);
  • Tributi locali;
  • Gestione del personale;
  • Segreteria e protocollo.

È molto importante sottolineare che:

  1. l’Unione si deve dotare di una propria struttura organizzativa (sede e personale) sul modello seguito per i servizi alla persona (quindi sedi e personale messi a disposizione dai Comuni associati);
  2. è indispensabile un forte ed attivo coinvolgimento del personale dei diversi Comuni associati nel percorso di progettazione e di trasferimento delle funzioni all’Unione (cosa che è assolutamente mancata in questa prima fase di avvio dell’Unione).

Questo nella prospettiva, nel periodo medio-lungo, di arrivare alla fusione, che si considera il naturale approdo del percorso intrapreso. Non sfugge ovviamente che la scelta della fusione necessita di tempi di riflessione, maturazione e condivisione difficili da preventivare con esattezza anche in considerazione delle resistenze da superare, legate a logiche identitarie (dal punto di vista storico, culturale e sociale) ma anche a meno nobili calcoli di rappresentatività politico-istituzionale (variazione del rapporto tra amministratori ed amministrati).

2. Struttura organizzativa dell’Ente

E’ necessario che la struttura organizzativa dell’Ente sia progettata in funzione dell’efficienza, efficacia ed economicità dell’azione amministrativa garantendo nel contempo il benessere organizzativo, definito come “il modo in cui le persone vivono la relazione con l’organizzazione in cui lavorano”. Tanto più una persona sente di appartenere all’organizzazione – perché ne condivide i valori, le pratiche, i linguaggi – tanto più trova motivazione e significato nel suo lavoro. Il benessere organizzativo è infatti il primo elemento che influenza efficacia, efficienza, produttività e sviluppo di una struttura pubblica.

In attesa di disporre di un quadro più completo sullo stato di salute della struttura organizzativa dell’Ente (che potrebbe essere meglio valutato a seguito degli incontri di cui al punto precedente), si rileva sin d’ora come, a causa anche delle misure di spending review varate a decorrere dal 2011, molti uffici risultino largamente sotto dimensionati con conseguente aggravio dei carichi di lavoro e con il rischio di scadimento qualitativo dei servizi offerti. In merito a questo problema, pur con i limiti imposti dalle norme in materia di contenimento della spesa per il personale che, se pur attenuati, permangono, nel prossimo mandato sarà necessario predisporre un piano organico, articolato sul quinquennio, di potenziamento progressivo delle aree in cui si registra una maggiore sofferenza. 

Si ravvisa l’urgenza di una complessiva rivisitazione dell’attuale Regolamento relativo all’assetto degli uffici e dei servizi dove definire la futura struttura dell’Ente e le relative competenze da acquisire. Obiettivo strategico della prossima Amministrazione comunale sarà quello di costruire e di gestire il nuovo modello organizzativo dell’Ente in collaborazione e con il continuo confronto con le rappresentanze sindacali. Verificate le condizioni operative offerte dal quadro normativo vigente sarà altresì obiettivo strategico la copertura delle figure apicali previste in dotazione organica nonché la copertura delle posizioni di responsabilità di ufficio per le strutture prive di tale figura.

Insieme con le rappresentanze sindacali verrà altresì aperto un tavolo di confronto per approntare una piano di razionalizzazione della spesa dell’Ente i cui eventuali e possibili benefici andranno ad incrementare l’apposito fondo da utilizzare per il salario accessorio, con l’obiettivo di potenziare gli strumenti di premialità che il CCNL prevede ma che molto spesso restano mortificati dall’esiguità delle risorse disponibili.

Il potenziamento progressivo degli organici, a partire dai settori in cui si registra una maggiore sofferenza, sarà funzionale anche al contenimento delle esternalizzazioni. Si ritiene infatti che l’efficienza dell’Ente, la qualità dei servizi, la correttezza delle relazioni con cittadini ed imprese siano meglio garantite tramite gestione diretta che tramite la formula dell’appalto di servizi o altre forme di esternalizzazione. La gestione pubblica porta infatti valore aggiunto sotto molteplici punti di vista.

Si potranno promuovere corsi per la formazione per Consiglieri ed Assessori. I docenti potrebbero essere persone scelte tra ex Dirigenti o Amministratori con riconosciuta esperienza. L’organizzazione potrebbe essere delegata ai collaboratori della scuola di Pace. Tutte le componenti politiche dovrebbero contribuire alla realizzazione di questo utile servizio.

3. Tributi

Diritti al Futuro tenendo conto  di una sperimentazione in corso, in zona Vivere Verde, per il passaggio della contribuzione richiesta ai cittadini per sostenere i costi relativi al ciclo di gestione dei rifiuti, dal sistema della tassa a quello della tariffa. Coerentemente il “Programma politico amministrativo della coalizione di centro-sinistra” che sin prefiggeva il seguente obiettivo: “Attraverso la sperimentazione in atto si dovrà passare progressivamente alla tariffa puntuale al fine di rendere evidente per ogni cittadino il vantaggio del comportamento virtuoso nella gestione dei rifiuti”. Tuttavia, ad oggi, niente è stato fatto  per passare dall’attuale sistema di tassazione alla tariffa puntuale.

Diritti al Futuro considera centrale il tema della distribuzione del costo tra i cittadini e le imprese che usufruiscono del servizio che dovrebbero essere chiamati a contribuire in relazione alla quantità di rifiuti prodotti in modo tale da premiare i comportamenti virtuosi e, viceversa, penalizzare chi meno si impegna nel differenziare. Per questo nella riunione del Consiglio Comunale del 1 marzo 2017, la Consigliera Nausicaa Fileri ha rivolto una specifica interrogazione al Sindaco Mangialardi e all’Assessora all’Ambiente Ilaria Ramazzotti.

Nel ciclo della raccolta e del riciclaggio dei rifiuti può essere ulteriormente migliorato lo standard già alto della raccolta differenziata e il ruolo positivo dei Centri Ambiente (verificare la possibilità di un 4 Centro Ambiente in zona nord, già previsto anni fa. Rilanciare e incentivare la buona pratica del compostaggio domestico). Si dovrà inoltre affrontare nel breve termine anche il tema delle “filiere del riciclo” delle materie prime-seconde, su cui sarà basato il nuovo sistema UE delle norme e dei finanziamenti. Grande attenzione verrà prestata alla partita più importante, che si è già aperta a livello industriale ed europeo, ed è quella del riuso-riciclo delle “materie seconde” in nuovi settori e prodotti sia in aziende innovative già esistenti sia in nuove attività di PMI. Verificheremo quindi con attenzione alla scala territoriale gli attuali profili del ciclo dei rifiuti, dei soggetti operanti, dell’impiantistica disponibile, di nuovi più avanzati obiettivi. (Ad esempio un impianto in grado di creare cippato e pellet con gli scarti di potature dei nostri giardini o dei nostri campi). Inoltre, nel nuovo piano di investimenti del Green Deal Europeo, sembrano aprirsi numerosi fondi per la riduzione del consumo energetico degli edifici pubblici, e per questo dovremo, di concerto con le altre amministrazioni comunali della nostra Provincia e Regione, inserirci in quel piano per ad esempio installare pannelli fotovoltaici in quanti più edifici pubblici sia possibile.

Febbraio 2020