Capitolo 5: Transizione ecologica, mobilità, verde pubblico, le periferie e le frazioni, i lungomari, l’agricoltura

  1. La transizione ecologica come scenario strategico generale nel contesto della crisi climatica
  2. La mobilità urbana ed extraurbana
  3. Il verde urbano
  4. Le periferie e le frazioni – i lungomari
  5. L’agricoltura 

1. La transizione ecologica come scenario strategico generale nel contesto della crisi climatica

Alcuni documenti di riferimento

  1. Enciclica “Laudato sì” – giugno 2015
  2. Strategia Green ONU – 2019
  3. Strategia Green UE – 2019 ( NB: finanziamenti dedicati 2021-2027 )
  4. Decreto Clima (2019) e Strategia Green Italia  (in itinere)
  5. Attività tecnico-amministrative dell’ “Autorità Ambientale Regione Marche” ( primi anni duemila)
  6. Ricerca ISTAO e Unione Terre Marca Senone in corso – conclusione prevista marzo pv 

Approccio generale

Sguardo lungo nel tempo (almeno 10 anni) e nello spazio (Senigallia, fascia costiera, valle Misa Nevola) + trasversalità-integrazione del paradigma ambientale in molte (tutte) le politiche pubbliche (e private incentivate ): “l’ambiente” contiene temi specifici e settoriali ( rifiuti, acqua, aria, suolo ecc ), ma non è un settore, poiché è (o deve diventare!) “ingrediente” o “componente” strategica e trasversale del pensiero e dell’azione individuale e collettiva, quindi politica, dell’agire umano a tutela del pianeta e delle sue risorse, verso il superamento delle enormi disuguaglianze sociali in atto e nell’ambito di regimi istituzionali democratici, solidali ed inclusivi di diritti e di doveri ad ogni livello.

I campi di intervento della Transizione ecologica verso un diverso modello di sviluppo socio-economico locale con le loro numerose possibili declinazioni sono:

  • Strutture produttive, commerciali, finanziarie
  • Spazi urbani ( politica urbanistica ) e spazi rurali e naturali
  • Edilizia sostenibile
  • Mobilità individuale e collettiva
  • Innovazione tecnologica
  • Sistemi dei servizi pubblici principali (scuola sanità welfare ecc.)
  • Paesaggio-paesaggi e beni storico-culturali e identitari
  • Settori “ambientali”: ciclo rifiuti, tutela acque, suolo, aria, assetto idrogeologico,  verde urbano/ assorbimento CO2, ecc.
  • Pubbliche amministrazioni di ogni livello
  • Associazioni di categoria, sindacali e socio-culturali

Questi ed altri i campi di intervento della “Transizione ecologica verso un diverso modello di sviluppo socio-economico locale” con le loro numerose possibili declinazioni debbono essere interessati da proposte di fattibilità sul breve medio lungo termine. 

Strutture produttive, commerciali, finanziarie

  1. Programmi di innovazione energetico-ambientale delle Piccole Medie Imprese manifatturiere del territorio
  2. Strategia di profondo ammodernamento delle strutture alberghiere anche mediante sostituzione-accorpamenti e ridisegno di tratti del tessuto urbano dei lungomare
  3. Accordi agro-ambientali d’area soprattutto delle aziende contigue ai maggiori corsi d’acqua 
  4. Promozione degli esercizi che appartengono a filiere green in qualsiasi campo: ristorazione, moda, stabilimenti balneari, ecc.
  5. Promozione del risparmio/investimento in attività sociali ed ambientali anche per il tramite degli istituti di credito locali

Spazi urbani (politica urbanistica)

  1. Confermare “consumo di suolo zero” a partire dal riutilizzo (anche provvisorio!) di spazi e contenitori dismessi (es. Palazzo Gherardi, ex Politeama Rossini, case darsena,  aree Sacelit-Italcementi;  Veco, ex hotel La Vela, area ferroviaria centrale, ex Hotel Marche e aree contigue, area ex Veco…); rilanciare la complessa attuazione del comparto degli “Orti del Vescovo” e valutare con grande attenzione il progetto della finanza di progetto “Conad – Stadio”.
  2. Negoziare con la proprietà un concorso di architettura urbana in area “terza ampliazione della città storica” (caserme dietro il duomo)
  3. Riprendere il “Programma Cesanella” con riferimento alle potenzialità di vari edifici dismessi e alla riqualificazione spazi pubblici
  4. Evitare nelle zone B “fenomeni” edilizi in forte discrasia con il tessuto urbano circostante ( caso via Montello zona stadio..) e confermare tutela edilizia storica fino al 1950 e oltre in alcuni casi ( villini e simili )
  5. Costruire Programma strategico di Rigenerazione urbana dei due “water front” con interventi complessi, anche radicali, sulle attuali strutture ricettive della città turistica. E’ inoltre possibile la pedonalizzazione del lungomare dal molo al ponte Portelle attraverso la realizzazione di un intervento di doppia rigenerazione abbinata tra l’attuale sede del “Pesce Azzurro” e l’area comunale ed i campi da tennis
  6. Verificare non tanto e non solo la strumentazione urbanistica dei diversi centri frazionali di Senigallia, quanto la variegata necessità di “piani di sviluppo e valorizzazione” dei loro patrimoni storici, paesaggistici, culturali, edilizi, in regime di partecipazione dei residenti e di investimenti pubblici e privati
  7. Città-ambiente-CO2: piantumazione massiva di spazi pubblici e privati ovunque possibile con manutenzione-valorizzazione boschi urbani in crescita
  8. Su “risanamento facciate/bonus statale” organizzare sportello dedicato dell’ufficio tecnico comunale per  risposte/autorizzazioni “istantanee” alle  domande di intervento.

Alcune linee guida da seguire su alcuni spazi urbani potrebbero essere le seguenti:

  1. Terza Ampliazione ( area Caserme ):  senza esprimere nessun commento in merito alla bozza progettuale apparsa sulla stampa nei giorni scorsi e richiamando l’attenzione di tutti sul rilievo “storico” che l’intervento in questione avrebbe fin dall’inizio dovuto richiamare all’interno dell’AC, si ritiene di dover chiedere con buona ragione almeno i seguenti passaggi: a) urgente confronto in maggioranza sulla proposta; b) coinvolgimento trasparente dell’Opera Pia in relazione al possibile ampliamento della stessa e al ruolo che lo stesso potrebbe avere sull’assetto dell’intera area; c) rapporti con l’intervento “Orti del Vescovo”, di cui si è persa traccia! d) negoziare con la proprietà lo svolgimento di un concorso almeno nazionale di architettura, poiché non è più possibile che parti strategiche della città e del suo centro storico vengano gestite come un qualsiasi intervento edilizio minore e)  rapporti con l’eventuale intervento che di seguito viene proposto; f) inserire un collegamento ciclopedonale con altra sponda Misa verso futuro parco del Misa!!!!!
  2. Politeama Rossini e Cinema Gabbiano: al posto di improvvisate soluzioni “al ribasso” riflettere e verificare, tramite una certo non semplice compensazione immobiliare, la ricostruzione del Politeama Rossini come sede di un centro cinematografico e culturale, conferendo all’attuale cinema Gabbiano una destinazione residenziale e terziaria. La città ne otterrebbe: il ripristino anche architettonico di un edificio di valore quale l’ex Politeama, una o più sale cinematografiche certamente più adeguate di quelle attuali, altri spazi di uso pubblico, la riqualificazione di una parte di modestissimo valore urbano contigua all’area delle Caserme;
  3. Area centrale lungomare Marconi e area ferroviaria: per le poche insufficienti informazioni disponibili potrebbe trattarsi, anche in questo caso, di una trasformazione profonda e strategica di un importantissimo comparto urbano, nonché di un investimento economico assai cospicuo con i possibili benefici effetti occupazionali. Quindi non solo avere documentazione adeguata, aggiornata e pubblica, ma aprire alla partecipazione della maggioranza e di altri soggetti per valutare e contribuire alle strategie sovraordinate ed alle progettualità in corso, avendo ben chiaro il tempo lungo o lunghissimo di tali interventi;
  4. Palazzo Gherardi: anche in questo caso l’indicazione unilaterale della sua destinazione a “Museo della Fotografia” non sembra accompagnata ad un programma – progetto complesso di una struttura museale monotematica, di cui forse non si conoscono né le grandi superfici utili a disposizione né si ha un’idea dei costi alti della rigenerazione edilizia e monumentale. Ipotesi di maggiore fattibilità, che peraltro non esclude affatto superfici destinate a funzioni culturali, è quella presente non solo in Trentino-Alto Adige, a Milano, Firenze, Bologna ed in importanti città europee: si tratta degli “Student Hotel”, versione di molto aggiornata ed innovativa dei cosiddetti “ostelli della gioventù” ( a proposito v. anche L.Bertolini oltre dieci anni fa!! ). Quindi affidamento in concessione convenzionata ad uno dei soggetti operativi in questo campo tramite le ordinarie procedure di evidenza pubblica, ottenendo non solo il restauro dell’edificio, ma una significativa innovazione in pieno centro storico di sicuro valore sociale, economico e culturale;
  5. Ex hotel La Vela: nulla trapela! Eppure edificio molto visibile ed in una posizione, che nelle aree portuali europee avrebbe già da tempo assunto un importante ruolo multifunzionale. Si può quindi pensare niente affatto alla demolizione, anche perché lo stesso riveste qualità architettoniche forse misconosciute, ma a destinazioni miste: residenziali, ricettive, terziarie, culturali. Aprire un ragionevole dibattito.. se ancora in tempo!!

Spazi rurali e naturali

  • Riprendere le ipotesi di tutela e valorizzazione: dell’ Oasi di San Gaudenzio, della zona di Montedoro, di alcune macchie forestali nel territorio comunale, di specifici pregevoli punti panoramici collinari, delle fasce perifluviali, di tratti delle dune costiere, ecc.
  • Promuovere la crescita del numero e delle superfici delle aziende ad agricoltura biologica e relative filiere produttive in regime di corretta conduzione idrogeologica e paesaggistica dei terreni interessati.

Edilizia sostenibile

Incentivare la diffusione costante e “ordinaria” di interventi di riqualificazione energetico-ambientale (e antisismica) dell’edilizia esistente soprattutto di tipo condominiale (tetti verdi e bianchi, verde verticale, impiantistica, cappotto e vetri termici, permeabilità spazi esterni, alberature, colori chiari, riuso acque piovane ) anche con l’introduzione di alcune norme prescrittive nel Regolamento Edilizio

Avviare in collaborazione con ASUR, ARPAM e ditte specializzate un protocollo d’intesa che metta in condizione i cittadini di smaltire manufatti in cemento – amianto a costi calmierati e agevolati.

Mobilità individuale e collettiva

  1. Ripartire da un nuovo PUM ( piano urbano mobilità ) e da una innovativa gestione unica del sistema delle soste (studio e raccolta dati dell’attuale flusso giornaliero di mezzi e persone, incrementare la rete, i mezzi pubblici e ridurre i tempi di attesa o aumentare le corse nei collegamenti con le zone periferiche, aumentare la rete di piste ciclabili, progettare almeno una linea di trasporto su gomma senza conducente con funzione di metropolitana di superficie, facendo uso delle nuove tecnologie di trasmissione ad alte frequenze, progettare almeno una linea circolare percorribile nei due sensi da  mini bus elettrici senza conducente in grado di attivare corse su prenotazione  (con precedenza)  dalle fermate bus della linea, in tempo massimo di 10 -15 minuti: in assenza di chiamate il mezzo resta fermo all’ultima fermata per un tempo prefissato superato il quale automaticamente si reca nel garage per effettuare ricariche di energia). In modo particolare la questione della pedonalizzazione del centro storico – molto spesso oggetto di conflitti – dovrà essere attuata con un Piano della sosta a raso e in struttura da programmare e realizzare nel corso del prossimo quinquennio.
  2. Ciclovie reticolari urbane e territoriali
  3. Promuovere mappa del “pedibus sicure”
  4. Sistema pervasivo di micro-interventi per eliminare totalmente le barriere architettoniche dei piccoli dislivelli
  5. Parcheggi sempre alberati e permeabili, ripermeabilizzando gradualmente vaste superfici urbane
  6. Introduzione di rotatorie per organizzare gli incroci in sicurezza per le auto e garantendo soluzioni confortevoli per pedoni e biciclette (come ad esempio la realizzazione di rotatoria in Largo Boito per regimentare meglio il traffico, dare doppio senso di marcia per soli 20 mt in direzione Via Carducci e ricevere il traffico in uscita da Via Rodi e zona Porto. Questo consentirebbe di collegare meglio tutto il lungofiume Via XX Settembre, tacitando, in parte chi vorrebbe carrabile il ponte 2 Giugno)
  7. Valorizzazione della passeggiata dei Portici Ercolani e della passeggiata sul lungofiume; riqualificare la strada con i sanpietrini che sono stati affogati dal catrame presenti in via Portici Ercolani.

Innovazione tecnologica nelle attività economiche private e nei servizi della pubblica amministrazione a partire dalle coperture telematiche le più estese possibili con relativa ulteriore valorizzazione dei patrimoni di conoscenza e sperimentazione disponibili anche nelle scuole locali  ( “Fosforo”, ecc )

Sistemi dei servizi pubblici principali (scuola sanità welfare ecc.)

Da una attenta permanente gestione del ciclo dei rifiuti al “plastic free” al risparmio d’acqua all’utilizzo di materiali e forniture “carbon free” alla filiera degli alimenti in scadenza all’innovazione e risparmio energetico fino a casi di autosufficienza totale. Sarà necessario studiare anche l’inserimento di norme che limitino o vietino il fumo in luoghi pubblici all’aperto come l’Arenile (piano arenili) e aree verdi (regolamento polizia urbana). A garanzia dell’assetto economico/turistico della città ci dovrà essere l’individuazione di un area al fine di contenere i rifiuti prodotti da spiaggiamenti eccezionali e non. In modo che oltre che a salvaguardare l’economia turistica servirà anche a contenere il costo dello smaltimento di tali rifiuti.

Di primaria importanza sarà la messa in sicurezza e a norma antisismica degli istituti scolastici. Dopo la ricognizione di tutti gli istituti sarà necessario puntare in tempi medio – lunghi a raggruppare gli istituti su un modello che raccolga gli Istituti Comprensivi in 3 istituzioni ( Nord – Centro/zona interna – Sud).

Paesaggio-paesaggi e beni storico-culturali e identitari

Fare emergere in adeguata comunicazione pubblica (cartografica in ambiente GIS e simili) il sistema delle aree, dei frammenti, dei luoghi, dei beni grandi e piccoli, pubblici e privati dell’esteso patrimonio paesaggistico-culturale e storico-artistico del territorio di Senigallia oltre il centro storico, le sue piazze e i monumenti maggiori.

Programma specifico ed integrato (anche a livello territoriale) delle attività delle sedi museali ed espositive, comunali e non, con particolare riferimento all’attuale inadeguato ruolo del Museo di Storia della Mezzadria.

Settori “ambientali”

1. ciclo dei rifiuti: può essere ulteriormente migliorato lo standard già alto della raccolta differenziata e il ruolo positivo dei Centri Ambiente, ma la vera partita, che si è già aperta a livello industriale ed europeo, è quella del riuso-riciclo delle “materie seconde” in nuovi settori e prodotti sia in aziende innovative già esistenti sia in nuove attività di PMI. Verificare quindi con attenzione alla scala territoriale gli attuali profili del ciclo dei rifiuti, dei soggetti operanti, dell’impiantistica disponibile, di nuovi più avanzati obiettivi

2. qualità dell’aria: è importante e necessario che questa città sia correttamente dotata di una normale attività di monitoraggio ambientale a tutela innanzitutto della salute pubblica e per sviluppare coerenti politiche di controllo e di riduzione di ogni tipo di emissione nociva

3. qualità delle acque: quelle marine e di balneazione sembrano non presentare particolari criticità, mentre quelle di alcuni tratti fluviali richiedono monitoraggio e controlli specifici

4. assetto idrogeologico: la massima riduzione del rischio di esondazione del fiume Misa e dei suoi principali affluenti vallivi e locali è l’obiettivo realistico da raggiungere fuori da velleitarie proposizioni di una sua totale scomparsa. Azioni ed attività importanti sono già state realizzate ed altre sono in corso nel quadro delle prevalenti e principali competenze della Regione Marche. Tuttavia va costruita e gestita nel tempo una ordinaria continua e aggiornata attività di comunicazione sintetica e semplificata alla comunità locale, diversa da quella di estemporanee pur sostanziali notizie sui maggiori interventi coì come sullo scenario strategico di maggiore sicurezza della città. 

5. verde urbano: gli spazi urbani sono il luogo della maggiore concentrazione di sostanze concorrenti all’effetto serra ed al riscaldamento del pianeta. Massicce quantità ovunque distribuite di piantumazioni ( alberi, alberi e ancora alberi!) sono il primo più immediato poco costoso strumento per la riduzione della CO2 ed il miglioramento del microclima locale. Città come Senigallia, già dotate di due cospicue superfici a bosco urbano, di parchi e giardini, di alcuni quartieri anche molto alberati, possono e devono porsi obiettivi molto avanzati di qualità del proprio clima, realizzando vere e proprie campagne di ulteriore piantumazione diffusa ed evitando tagli o degrado del patrimonio arboreo già esistente. Anche nel vasto territorio rurale.

6. canile e gattile: infine, individuare un area adeguata all interno del territorio comunale per un canile e gattile dell’ Unione dei Comuni che dovrà prevedere la compartecipazione economica di tutti comuni.

A questo complesso sistema di obiettivi della “transizione ecologica” della città di Senigallia, delle sue frazioni, del suo territorio rurale, in stretta collaborazione con i Comuni vicini delle “Terre della Marca Senone” e dell’intera valle MisaNevola, non possono non concorrere tutte le Amministrazioni Pubbliche qui operanti a partire dalla centralità oggettiva, e certo mai prevaricante, del Comune, ma anche, e in modo rilevante nella chiarezza dei ruoli, delle responsabilità e delle competenze proprie, le forze dell’Associazionismo di ogni tipo e livello, che dichiarino di riconoscersi  nella strategia indicata e nelle sue numerose articolazioni e concrete modalità realizzative e di sviluppo nel tempo e nello spazio.

Necessario e coerente in questo quadro che il Comune si doti di un Assessorato specifico o di una delega funzionale esplicita e di una squadra tecnica piccola e qualificata, nonché di procedure amministrative trasparenti e anche di norme procedimentali specifiche se necessario.

(Fatti i dovuti ed evidenti distinguo saranno valutate alcune esperienze in corso a partire dal “modello Milano”).

2. La mobilità urbana ed extraurbana

Fare politica significa progettare le forme e i modi della vita comunitaria. Quando si dice che fare grandi progetti senza avere risorse è inutile e velleitario e uno spreco di energie e di tempo, si cerca solo un alibi per giustificare la mancanza di idee o di coraggio o di volontà. Infatti sono proprio i progetti che permettono di programmare l’azione politico-amministrativa nel lungo periodo e quindi far convergere le risorse, sia quelle proprie, ma soprattutto quelle che si possono reperire a vari livelli (Regione, Stato, Europa).

Uno dei principali problemi di Senigallia non ancora risolto in modo soddisfacente è quello della mobilità, sia in ambito cittadino che in ambito territoriale. Il settore urbano che presente le maggiori criticità sotto questo profilo è sicuramente quello che comprende il centro storico e le aree adiacenti comprese fra viale IV novembre, la strada statale su due lati, via Cellini e lo Stradone Misa. Per liberare il centro storico dalle auto le passate amministrazioni hanno avviato un progetto di progressiva pedonalizzazione. Contestualmente è stata tentata un’azione di sensibilizzazione per limitare l’uso dell’auto e incoraggiare gli spostamenti a piedi e in bicicletta. 

Ma l’uso dell’auto non può essere contenuto solo facendo appello alla buona volontà. Sono necessarie soluzioni alternative, quali parcheggi a distanza ragionevole, piste ciclabili o comunque spazi protetti per le biciclette e un efficiente trasporto urbano dimensionato sulle brevi distanze. In questa direzione ancora ci si è mossi purtroppo in modo piuttosto parziale.

I parcheggi all’interno e all’esterno del perimetro delle mura sono diventati sempre più insufficienti, anche in seguito alla pedonalizzazione delle piazze e all’eliminazione di qualche centinaio di posti auto; non esiste un sistema di trasporto pubblico che colleghi rapidamente e con continuità le periferie e i parcheggi esterni al centro storico; usare la bicicletta in molti settori è abbastanza difficoltoso, se non pericoloso, per l’intensità del traffico, per la ristrettezza delle sede stradale, i fondi sconnessi (vedi i selciati di via Pisacane e F.lli Bandiera), per gli ostacoli costituiti dai ponti e dalle rotatorie e soprattutto per i sensi unici a causa della mancanza di percorsi protetti. La soluzione è ovviamente un piano della mobilità che affronti unitariamente queste criticità, individuando nuove aree di sosta, studiando collegamenti tramite bus navetta e bus circolari, rendendo più agevole e sicuro l’uso della bicicletta attraverso piste ciclabili, ove possibili, o altre forme di agevolazione e tutela della mobilità su due bici. 

Proposte

Non è facile individuare aree di sosta, dopo che molte di quelle disponibili sono state edificate o sono in corso di edificazione. Resta però a portata di mano una soluzione molto funzionale, rappresentata dall’area dell’ex Politeama, che può essere sfruttata sia per un parcheggio alberato a raso, sia per un parcheggio in struttura. 

Per quanto riguarda la mobilità ciclopedonale è possibile realizzare un percorso ciclabile ad anello attorno il centro storico, attraverso la ristrutturazione dello Stradone Misa con la necessaria salvaguardia del filare di pini, innanzitutto per renderlo più adeguato al ruolo di importante collegamento fra i settori nord sud della città, poi per dotarlo di un percorso ciclopedonale. Attualmente la ristrettezza della sede stradale, il traffico intenso e continuo, i marciapiedi sconnessi e angusti rendono estremamente difficile e pericoloso l’uso della bicicletta, ma anche il transito dei pedoni. La soluzione per ovviare a questa situazione critica può essere solo l’ampliamento della sede stradale e questo è possibile sul lato destro, sostituendo l’argine in terra battuta con un argine e parapetto in muratura lungo tutto il tratto fra il ponte Garibaldi e il ponte Zavatti, ricavando così lo spazio per ampliare la sede stradale e realizzare marciapiedi e una pista ciclabile. Questa pista ciclabile verrebbe a costituire il tratto di congiunzione di un percorso ad anello attorno il centro storico partendo dalla rotatoria della Penna, costeggiando le mura lungo via Leopardi, proseguendo lungo il fiume per lo Stradone Misa e via Rossini fino al sottopassaggio per il porto. Un progetto non avveniristico, ma realistico e realizzabile, anche se nel lungo periodo e attraverso finanziamenti sovracomunali.

Altro problema pressante è quella della viabilità di fondovalle che collega la città con i centri minori dell’ambito territoriale comprensoriale. Senigallia rientra in quella categoria di città che per la loro collocazione geografica vengono definite città capovalle, perché rappresentano il punto di convergenza di tutte le attività che si svolgono nei centri abitati dell’entroterra vallivo. Di conseguenza dovrebbe assumersi il compito di capofila dei centri minori nell’affrontare i problemi di comune interesse, in primo luogo quello della viabilità di fondovalle. Le direttrici che dall’entroterra arrivano a Senigallia, su cui confluisce tutto il traffico veicolare mare- monti e viceversa, presentano evidenti criticità. La larghezza della sede stradale non sempre adeguata per i trasporti pesanti indispensabili per collegare le numerose aree industriali dell’entroterra all’autostrada; in alcuni tratti in corrispondenza dei ponti sui corsi d’acqua minori presenta delle strettoie pericolose. Inoltre tutto il percorso, compreso quello della variante corinaldese, non dispone di fasce di sicurezza per il percorso pedonale e soprattutto per quello ciclabile, un’esigenza verso cui ormai si manifesta un crescente interesse, sia a livello nazionale che europeo. Dal momento che esistono sufficienti margini per l’ampliamento della sede stradale e quindi per migliorare e mettere in sicurezza un’arteria così importante, il comune cittadino dovrebbe promuovere e coordinare un’iniziativa congiunta con i comuni dell’entroterra per un progetto di ampio respiro su cui fare convogliare tutte le risorse possibili in una prospettiva di lungo periodo. 

Per ciò che concerne l’uso della bicicletta bisognerà avviare una campagna di educazione stradale nel rispetto del Codice della Strada.

Si dovrà inoltre continuare ad introdurre rotatorie per la migliore organizzazione di incroci a raso, marciapiedi e percorsi pedonali protetti, segnaletica potenziata orizzontale e verticale a servizio degli utenti deboli della strada.

A livello sperimentale con progetti pilota si propone l’introduzione di 

  • un servizio di Trasporto pubblico gratuito fino ai 19/25 anni (per i residenti nel comune di Senigallia), cui si aggiunge un adeguato potenziamento delle corse
  • un’implementazione di servizi di bike sharing; differentemente dal passato, sarebbe necessario un servizio più simile a Mobike: dunque, non biciclette localizzate solo in postazioni ad hoc, ma distribuite per tutta la città. Questo servizio va necessariamente abbinato a una semplificazione burocratica e digitalizzazione
  • servizio di trasporto pubblico con microtaxi a costi agevolati da introdurre con progetti di sperimentazione almeno durante i grandi eventi turistici e culturali

A fronte dell’apertura a pieno regime della complanare sarà necessario – utilizzando anche gli esiti di uno studio promosso dall’Universtà di Roma Tre Torvergata – avanzare la rigenerazione da un punto di vista paesaggistico, degli usi sociali e della mobilità (centralità di pedoni e ciclisti) della Strada Statale nel tratto urbano.

Importante la previsione e la realizzazione di una pista ciclabile che si estenda verso l’interno e prosegua da Borgo Bicchia e arrivi fino Bettolelle e Brugnetto.

3. Il verde urbano

La tutela e l’incremento del verde sono indispensabili per difendere e migliorare la qualità ambientale e quindi la qualità della vita dei cittadini. Gli alberi, non solo abbelliscono il paesaggio urbano, ma svolgono anche e soprattutto una importante azione positiva sulla salute dei cittadini. Con la loro chioma mitigano le temperature, filtrano le polveri sottili emesse dal traffico e dalle caldaie domestiche, filtrano i rumori, influiscono positivamente sulla sfera psicologica e sulla percezione della qualità della propria vita dei residenti, offrono una habitat ai volatili che con la loro presenza contribuiscono alla relazione uomo-natura. Infine, assorbendo una grande quantità di CO2 contribuiscono al contenimento dell’effetto serra.

Molta parte del patrimonio arboreo della città mostra segni di deperimento, di invecchiamento o comunque di precarietà vegetazionale, dovuto ad errori iniziali nella scelta delle specie, nella collocazione e nelle distanze, aggravati in molti casi dall’incuria e da errati interventi di manutenzione, sia sulla sede stradale che sugli alberi stessi. Spesso poi soffrono anche per la ristrettezza delle aiuole e la vicinanza ai cordoli dei marciapiedi, che ne compromettono anche la stabilità. Ne consegue la frequente necessità di abbattimenti, cui spesso non fa riscontro alcun nuovo impianto con conseguente impoverimento del verde urbano. 

Negli ultimi decenni è aumentata esponenzialmente la presenza di auto sulle strade, sia in movimento, che in sosta, rendendo ancora più difficile la convivenza degli alberi con le esigenze della mobilità, sia quella delle auto, che quella dei ciclisti e dei pedoni. Per cui, anche volendo, in molti casi la soluzione non è quella di ripiantare alberi al posto di quelli abbattuti, ma piuttosto quella di riprogettare l’intero assetto stradale, tale da conciliare gli spazi per il verde con quelli indispensabili alle varie forme di mobilità. I casi più evidenti in cui è necessaria una soluzione del genere sono per ragioni diverse quelli di via A. Garibaldo, viale IV Novembre e via Mercantini.

Proposte

Per fare un esempio, un modo per far convivere alberi, traffico dei veicoli ed esigenze dei ciclisti e dei pedoni, nelle strade meno ampie a senso unico (la maggior parte), è quello di riservare un lato ai posti macchina alternati ad alberi e un lato ad un ampio marciapiedi in grado di contenere anche uno spazio ciclabile. Si possono trovare ovviamente anche altre soluzioni, ma qualunque sia la soluzione scelta, le specie devono essere tali per dimensioni da compensare il loro minor numero, in modo che oltre alla funzione ornamentale, possano offrire una chioma abbastanza ampia da garantire un adeguato ombreggiamento e tutti quegli effetti positivi di cui si è detto. 

Solo gli alberi di prima grandezza infatti, grazie all’estensione della chioma, possono esercitare un’azione adeguata per la purificazione dell’aria, la regolazione del clima e la riduzione dell’inquinamento acustico. Andrebbero utilizzati soprattutto alberi autoctoni, come alcune varietà di acero, il frassino, il tiglio, l’olmo, il platano, l’orniello, la betulla, ma anche l’ontano, il carpino, i quali, anche se messi ad una certa distanza (12/15 m.) e su un solo lato o alternati sui due lati, sono in grado di garantire ugualmente un’ampia copertura. Inoltre, avendo più spazio a disposizione, presentano una crescita più naturale e possono essere sottoposti ad interventi di manutenzione più leggeri e più diradati nel tempo, evitando potature radicali e la cattiva abitudine di infierire sui loro rami a cadenze annuali o biennali. 

Queste indicazioni sono coerenti con uno studio approvato qualche anno fa sotto la denominazione di Piano Strutturale del Verde, che ha come obiettivo generale “quello di dotare la Città di Senigallia di un sistema strutturato e coerente di progettazione e gestione degli spazi verdi, urbani e non, applicabile a tutto il territorio.” Infatti il Piano non si limita ad elaborare una visione generale cui ispirare la tutela e la costruzione del verde urbano ed extraurbano, bensì suggerisce che si proceda con sistematicità e per progetti, strada per strada, conciliando gli spazi necessari per i marciapiedi, per il transito dei veicoli e bicicli e per i parcheggi con il mantenimento di un livello standard di verde, in grado di offrire ampia ombreggiatura, difesa dall’inquinamento, risparmio energetico e bellezza. Un primo strumento di attuazione di questo Piano è stata la redazione del Regolamento del verde. Devono seguire ora i progetti esecutivi delle strade e dei comparti.

In ambito urbano sarà importante lavorare per l’invarianza idraulica e il mantenimento della permeabilità del terreno.

Il decoro urbano dovrà essere promosso non solo nelle aree pubbliche ma anche nelle zone di proprietà privata con il controllo e l’applicazione del regolamento comunale vigente in materia.

In modo particolare si segnalano alcuni interventi puntuali:

  • le aree verdi delle Saline e della Cesanella, in attesa che crescano i boschi urbani, necessiterebbero di una definizione delle aree a parco che le renda quotidianamente fruibili, quindi per esempio, sentieri, alberi, panchine, attrezzature varie e manutenzione;
  • il tratto della Strada di mezzo che va da Strada della Marina all’Ipercoop viene utilizzata come proseguimento naturale della complanare, utilizzo per cui è decisamente inadeguata
  • utilizzare i fossi per riqualificare alcuni pezzi di città, prendendo ad esempio il tratto del fosso in Viale dei Pini, riproponendolo in altre situazioni simili che lo permettano
  • valorizzare la foce del fiume Cesano attraverso:
    • la progettazione di un piccolo Parco fluviale alla foce del fiume Cesano accessibile dalla prevista pista ciclo-pedonale  e da un nuovo sentiero  ai bordi della spiaggia sassosa. Tale sentiero si dovrà raccordare con il marciapiede esistente nella piazza della frazione per proseguire con uno di nuova realizzazione fino a quello del lungomare Mameli.
    • la possibilità di accedere agevolmente, con un pontile o un piano inclinato, alla scogliera più vicina alla spiaggia (di fronte al rondò di fine marciapiede) opportunamente modificata ed adattata con postazioni di seduta, un giardino dunale rialzato al centro e a forma di “mezza luna”.

4. Le periferie e le frazioni – i lungomari

Impegno della amministrazione comunale sarà quello di riqualificare le periferie e le frazioni progettando luoghi di incontro all’aperto
ospitali – aree pedonalizzate, piazze, giardini – e arredati anche oggetti significativi (sculture, fontanelle, tavoli e panchine ben posizionate…)

A livello di pianificazione urbanistica si potrà proseguire dopo l’approvazione della variante resiliente con l’adeguamento e realizzazione dei piani particolareggiati per le Frazioni al fine di prevederne uno sviluppo e recupero tramite aree verdi attrezzate, parcheggi, servizi e viabilità, che dovranno essere i punti cardine per il rilancio delle periferie con un occhio importante alla riqualificazione dei centri storici di Roncitelli e Scapezzano sul modello del centro antico di Senigallia.

I lungomari sono sostanzialmente lunghi assi di passeggio o attraversamento, ma mancano di piazze in grado di ospitare adeguatamente eventi o semplicemente una sosta per i pedoni, i luoghi adatti non mancano ma andrebbero ridisegnati:  ex campi da tennis
Ponte Rosso, Piazzale della Libertà, che è un’immensa rotatoria e poco più, la piazzetta del Cesano, zona portuale… (e sarebbe bello tra l’altro intitolare queste nuove piazze a nuovi testimoni del nostro tempo).

5. L’agricoltura 

La consapevolezza che il modello di sviluppo economico e gli stili di vita conseguenti siano la causa principale dei cambiamenti climatici in atto, ci impone non solo un cambiamento, ma anche di contribuire a ricercare soluzioni locali, al fine di perseguire un nuovo equilibrio nel rapporto Uomo-Natura e nella speranza di garantire un futuro ai nostri nipoti.

Pertanto si propone di:

  1. incentivare la pratica di una agricoltura rigenerativa e biologica dopo diversi decenni di impoverimento dei terreni agricoli con riduzione dell’humus e dei microrganismi che ne garantivano la fertilità . Procedere quindi per eliminare la presenza di erbicidi, pesticidi ed insetticidi  che sono stati usati nei territori comunali e che hanno inciso negativamente sulla salute degli uomini e dell’ambiente. Aumentare la biodiversità con piante, siepi ed erbe autoctone e variegate ai margini dei campi stessi e in quelle parti di territorio meno coltivabili;
  2. sollecitare con estrema urgenza la pubblicazione e l’attuazione da parte dellaRegione, di un progetto organico condiviso dotato di cronoprogramma, per la riduzione del rischio alluvione a Senigallia strettamente connesso e conseguente, almeno in parte, agli obiettivi di cui al punto 1. (per una agricoltura rigenerativa ed biologica);
  3. approvare un regolamento Comunale che salvaguardi i cittadini e l’ambiente dall’uso illegale o improprio di agrofarmaci e prodotti fitosanitari nei trattamenti per le produzioni agricole e/o ortofrutticole;
  4. accogliere le richieste di sospensione dei trattamenti adulticidi contro le zanzare tigre e pappataci con insetticidi a base di piretroidi e/o piretrine pericolosi e nocivi sia per  gli uomini (soprattutto bambini) che per api, pesci e felini come dichiarato dall’EPA e dall’ISPRA. Avviare metodologie alternative ecologiche che coinvolgano cittadini consapevoli e collaborativi. Attivare sistemi di monitoraggio con il posizionamento di stazioni sentinella (es: ovitrappole) per le Zanzare Tigre sentito il personale esperto preposto.

Febbraio 2020