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Comunicato stampa

Quanto valgono le relazioni nella ricerca del lavoro?

La riflessione nasce dalla evidenza che una gran parte degli incontri sul mercato del lavoro avviene attraverso conoscenze personali fra chi cerca e chi offre lavoro. Si tratta di un fenomeno che in Italia è poco o nulla considerato e applicato nelle politiche attive del lavoro e nei processi di job placement, differentemente da quanto avviene in altri paesi, dove da tempo fa parte degli approcci innovativi introdotti nei servizi per l’impiego e nei processi di employability.

Oggi il canale più praticato da parte di chi cerca lavoro è quello della conoscenza personale, diretta o mediata da altri, del datore di lavoro. Infatti, se nel 2009 il 28.7% dei disoccupati trovava lavoro grazie ai contatti forniti da amici e parenti, nel 2012 questa percentuale è passata al 56.8, cioè si è raddoppiata.

Le politiche attive, generalmente in uso, intervengono quando vengono applicate sul capitale umano delle persone in cerca di occupazione  (bilancio delle competenze, formazione, orientamento). Inoltre, propongono percorsi di accompagnamento nella ricerca del lavoro, attraverso il supporto alla stesura del CV e la proposta di opportunità di lavoro provenienti da varie fonti. Recentemente, si riscontrano anche interventi volti a migliorare la capacità di utilizzo dei Social Network. Risultano, invece, appena sufficienti gli interventi che esplicitamente si rifanno al tema del capitale sociale e delle reti relazionali volti ad incrementare il primo e ad ampliare e diversificare il secondo.

Di fatto, si trascura che il reale canale di collocamento è quello delle relazioni e delle reti personali e, anziché fare leva su di esse, si punta ad incrementare (vanamente) il peso degli altri canali (agenzie pubbliche e private). Anche a livello di rilevazioni statistiche e di sondaggio il fenomeno è poco analizzato, o lo è in maniera frammentaria e non omogenea; manca un esplicito orientamento in tal senso, nonostante la cospicua presenza di metodologie e strumenti di analisi consolidati. Il fenomeno è, in definitiva, ancora poco preso in considerazione…

Invece, si può intervenire sul capitale sociale e sulle reti relazionali delle persone che cercano lavoro in maniera più consistente. In che modo? Introducendo specifici ed approfonditi momenti formativi finalizzati a rilevare ed incrementare le competenze di utilizzo delle reti sociali; abbinando al bilancio delle competenze il bilancio del capitale sociale; sperimentando ed introducendo modelli innovativi di intervento sulle reti di relazione. Riguardo a quest’ultimo punto, fondamentale può essere il ruolo dei ‘Referrer’ (o Jobs Angels)

Chi sono e quali caratteristiche possiedono? Generalmente, sono persone con un capitale sociale elevato ed ancora utilizzabile basato sulla loro capacità di connettere soggetti diversi e mondi diversi. Inoltre, hanno un’elevata reputazione nei confronti dei soggetti appartenenti alla loro rete e hanno accesso alle informazioni dirette sulla persona a cui fanno da sponsor; sono spinte, infine, da motivazioni disinteressate (volontariato) e la loro ‘ricompensa’ è quindi legata ad un’ulteriore e diversa fonte  di incremento della propria reputazione.

Nelle nostre comunità il reperimento di queste risorse ‘ponte’ tra il cercatore e il suo datore di lavoro non dovrebbe essere poi così difficile, ma forse queste figure, grazie alla loro sensibilità, già operano in silenzio per il bene di persone, spesso non giovani, che affannosamente sono alla ricerca disperata di un posto di lavoro. Esattamente come il Barone Rothschild era solito accompagnare nelle stanze della sua banca le persone in cerca di lavoro o di un finanziamento per la loro impresa, al fine di far loro conoscere persone influenti e utili a fornire qualsiasi tipo di sostegno.

Sembra un riflessione di altri tempi, quando si usava parlare di ‘raccomandazioni’ di persone influenti a vantaggio di persone prive di un sufficiente capitale sociale utile a trovarsi autonomamente un posto di lavoro. In effetti, non è proprio così perché non possiamo confondere quello che è lo ‘scambio di favori’, spesso con finalità elettorali, con quello che è un ‘accompagnamento’, non sempre fruttuoso, di giovani e meno giovani, da parte di persone che disinteressatamente cercano di prodigarsi, utilizzando il loro enorme capitale sociale. E su questo la Politica, intesa come servizio e come ‘accompagnamento delle persone in difficoltà, può senza dubbio intervenire, potenziando e valorizzando questa modalità attiva di ricerca del lavoro.

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