La difesa accorata delle associazioni femminili quali Dalla Parte delle Donne e Movimento Donne contro i Fascismi della figura della consigliera Bomprezzi, apostrofata e dileggiata sia con epiteti veramente degradanti che, da troppo tempo, sia nella stampa che nelle sedute degli organismi comunali, in una sorta di polarizzazione becera ai limiti dell’insulto personale, non solo dai soliti esponenti della maggioranza e dal Sindaco stesso, ma anche da esponenti della stessa, di sesso-genere femminili, è stata secca e lapidaria.
Diritti e Pari Opportunità: non pervenuti
Alcune riflessioni ci appaiono ineludibili sulla definizione della politica cittadina oltre che dello stile dell’Amministrazione Olivetti che brilla per l’oblio e la svalutazione di taluni “diritti”, quelli più antipatici o irritanti; manca da troppo tempo lo striscione sulla Casa Comunale “Verità e giustizia per Regeni”, la proposta di cittadinanza italiana per Patrick Zaki è stata a dir poco banalizzata in una seduta del Consiglio Comunale, la cultura delle Pari Opportunità è sepolta da tempo (così come l’istanza del rinnovo del Consiglio delle Donne, importante organismo di sensibilizzazione e prevenzione). Prova lampante è l’assenza nella proposta di nuovo Regolamento del Consiglio Comunale di una Commissione per le Pari Opportunità (vedi art.23 comma 2, quello della riduzione delle Commissioni).
A tale proposito aggiungiamo che le sparute azioni su tematiche di genere, quali l’inaugurazione di panchine rosse con un gruppo esiguo di presenze di cittadine (risaltano all’occhio le molte divise) in un lunedì mattina lavorativo per molte, e la proposta di titolazione generica di uno spazio pubblico alle “donne vittime di violenza” è ulteriore oggettivo indizio che le donne sono gradite se stanno zitte, sedute o se sono morte.
Fiumi di soldi, ma nessuna visione
Ma, per la gioia di tanti elettori, arrivano i fiumi di danaro, tanto agognati “Sarà due volte Natale e festa tutto l’anno” cantava il compianto Lucio Dalla, e vedremo altri progetti roboanti del tipo copia-incolla delle proposte del precedente governo della città.
L’autoincensazione di propaganda (tradotto in senigalliese: chi si loda si sbroda) “sono gli elettori che ce lo chiedono”, risposta “plastica” e noioso “refrain” dei soliti, così come la replica “tanto governiamo noi… e vi brucia ancora” è il debolissimo “velo di Maya” che squarcia l’assenza di una visione complessiva e integrata della Senigallia del futuro.
Noi di Diritti Al Futuro evidenziamo che la lettura del bilancio e le proposte progettuali messe in campo palesano una città di figli e figliastri, a seconda del peso dei diversi portatori di interesse. Ben vengano tutte le maestrine dalla penna rossa a segnare con coraggio le mistificazioni e a chiedere ragione e chiarezza.
La prima di tutte noi, maestre senigalliesi (molte di noi anche nella professione, di alto valore civile e sociale) è stata Giulia Berna, la prima proto elettrice e questo non è un caso!
Foto di Ehimetalor Akhere Unuabona