Da inizio mandato l’Amministrazione Comunale dimostra di trattare la gestione del personale e le procedure concorsuali con opportunismo e in modo sommario, sottraendosi alle più elementari regole di trasparenza e parità di condizioni di accesso. L’ennesima prova viene dalle selezioni in corso per individuare le tredici posizioni organizzative, che rappresenteranno i vertici dell’Ente chiamati a svolgere funzioni dirigenziali. Basta dare un’occhiata alle norme che presiedono alle selezioni per accorgersi di tutta una serie di omissioni ed irregolarità.
Posizioni organizzative scelte secondo criteri non chiari
La scelta delle posizioni organizzative non viene ancorata al rispetto di criteri predeterminati, come richiede la legge quando parla dell’obbligatorietà di una procedura comparativa, ma viene affidata alla piena discrezionalità dell’Ente, che dovrà valutare il profilo del candidato alla luce dei programmi dell’Amministrazione Comunale. Quanto punteggio deve essere assegnato ad un titolo di laurea? Quanto pesa in termini di graduatoria l’esperienza maturata nello stesso profilo oggetto della selezione? Questo non è dato di sapere; probabilmente perché è preferibile agire nella più assoluta discrezionalità, che però quando non è ancorata a regole predeterminate sfocia inevitabilmente nell’arbitrio.
Ma l’elenco delle stranezze non finisce qua.
Commissioni non pervenute
Infatti a tutt’oggi non si parla di Commissioni che dovranno presiedere le selezioni e, soprattutto, a ciascun candidato è consentito di presentare la propria domanda per una soltanto delle selezioni, violando la regola generale che richiede la massima partecipazione possibile ad una procedura pubblica per poter scegliere tra una rosa più estesa. Perché, tanto per fare esempio, una stessa persona non può presentare più domande per profili che richiedono professionalità simili come turismo, cultura e sport che sono stati invece ricompresi in tre distinte aree?
Mistero anche su questo.
La procedura va sospesa e corretta
Insomma un gran pasticcio per risolvere il quale – prima dell’arrivo di inevitabili ricorsi che rischiano di bloccare l’intera organizzazione dell’Ente – è necessario sospendere la procedura, modificare l’avviso, riconducendolo entro i binari della trasparenza e correttezza amministrativa.
Riorganizzazione della macchina amministrativa: un anno disastroso
La stagione della riorganizzazione della macchina amministrativa si era già aperta con il pessimo segnale dello spostamento all’Unione dei Comuni dell’unico Dirigente comunale (assunto quale vincitore di concorso) perché persona non gradita e non in sintonia con il nuovo corso amministrativo di centrodestra e con la modifica dello Statuto comunale finalizzata all’incomprensibile soppressione delle figure dirigenziali tout court.
Sta proseguendo con azioni sommerse, in alcuni casi ,o esplicite, in altri, dove sembra emergere che la riorganizzazione della macchina comunale non venga improntata secondo i principi sanciti dalla legge di efficacia e efficienza, bensì secondo la ricerca di personale affine e in sintonia con il nuovo corso politico, più che amministrativo.
Vigileremo su questa procedura come sulle altre collegate, riservandoci anche di stilare un dossier per raccogliere quanto sta accadendo al personale in forza al Comune di Senigallia, che più come risorsa sembra essere gestito dalla Giunta Olivetti come “territorio di conquista”.