Pochi mesi fa l’avvocato Canafoglia si è dimesso dalla funzione di Presidente della Fondazione Città di Senigallia per denunciare la solitudine e l’isolamento in cui è stato lasciato dalla giunta cittadina e da quella regionale.
In questi giorni lo stesso avvocato Canafoglia è stato nominato dalla regione Commissario straordinario della stessa Fondazione.
Perché e qual è la differenza tra la funzione di Presidente e quella di Commissario straordinario?
Che differenza c’è?
Le maggiori competenze del Presidente della Fondazione Città di Senigallia, da statuto, sono: dirigere, vigilare, sovraintendere, adottare provvedimenti e disporre le ammissioni degli utenti nella struttura. Che differenza c’è, affidando alla stessa persona l’incarico di Commissario Straordinario della Fondazione Città di Senigallia, la cui nomina è un “mandato generale volto ad adottare tutti gli atti di ordinaria e straordinaria amministrazione”?
Leggendo tra le carte, l’unica differenza sembrerebbe essere quella della retribuzione. Ma per un affermato professionista, l’indennità per un anno di € 1.400,00 mensili non è poi una retribuzione che compensa l’onere e la responsabilità da assumere.
Allora come spiegare la delibera d’incarico di Commissario alla medesima persona, attribuendo gli stessi compiti ricoperti da Presidente?
Ci vengono in mente alcune considerazioni e ipotesi
Il Consiglio di Amministrazione – presieduto da Canafoglia ad agosto 2021, dopo sette mesi di impegno si dimette e scrive: “Per salvare la Fondazione occorre la collaborazione di tutti, Istituzioni pubbliche e private e non si può relegare a cinque persone l’onere di risolvere questioni”.
L’aiuto non arriva né dalle istituzioni né dai privati. In contemporanea, per coprire le evidenti carenze gestionali e la mancanza di visioni strategiche si avvia una pesante campagna denigratoria del precedente Consiglio di Amministrazione, depauperando la stessa immagine della Fondazione e distraendo l’opinione pubblica.
Di seguito, il duo Olivetti – Bello, rafforzando il danno d’immagine della Fondazione, chiedono al Consiglio Comunale di rinunciare alla prerogativa di nominare un nuovo Consiglio di Amministrazione.
Nel loro tipico modo di agire sembra siano stati i primi sponsor nel chiedere alla Regione di mettere a capo della Fondazione un uomo solo al comando.
Comprendiamo che (come abbiamo avuto modo di sperimentare direttamente con le modifiche al Regolamento del Consiglio Comunale che vedono il pericoloso sbilanciamento sul ruolo del Presidente) costoro prediligono l’esercizio del potere con pochi lacci e lacciuoli.
Ma potrebbe non trattarsi solo di questo.
C’è di mezzo un privato?
Sta prendendo piede, infatti, un’inquietante ipotesi interpretativa ben più articolata. Si starebbe preparando, in questo modo, il terreno per attirare l’interesse di un privato invitandolo a gestire il ramo socio-sanitario della Fondazione. Con un Commissario Straordinario, senza alcun controllo dell’opposizione consiliare, questo risulterebbe più facile e agevole.
Il tempo sarà galantuomo e nel ruolo di opposizione a cui siamo chiamati controlleremo e denunceremo tutto senza sconti per nessuno.