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Comunicato stampa

A quando un moto di intima vergogna?

Imbarazzo. Rabbia. Vergogna. Sono questi i sentimenti che si susseguono leggendo e rileggendo il messaggio social in cui l’assessora Ilaria Bizzarri rilancia le dichiarazioni del giornalista Francesco Borgonovo, che accostano la recente introduzione del “super green pass” con la condizione degli Ebrei tedeschi nella Germania del 1934.

Un altro colpo all’immagine della nostra città

Imbarazzo per un’assessora che mostra – da un punto di vista politico – un’ignoranza della storia e un’incompetenza di analisi tale da non saper distinguere la differenza fra le decisioni di una democrazia parlamentare di fronte alla recrudescenza di una pandemia dai provvedimenti presi da una dittatura fascista che, per “motivazioni razziali”, iniziò a discriminare, imprigionare e deportare una minoranza “colpevole” di avere nelle vene un sangue “impuro”.

Rabbia per la miopia di un’amministratrice che dovrebbe guidare la sua comunità pensando anzitutto alla salute pubblica dei suoi concittadini, in particolare i soggetti più fragili e vulnerabili al virus, e che invece soffia sul fuoco divisivo di una protesta cieca e sterile, cavalcata dalle frange più estremiste e fasciste della società italiana.

In ultimo, vergogna per essere rappresentati da un’assessora e da una giunta che ancora una volta fanno conoscere al resto del paese il nome di Senigallia per le loro posizioni retrive e antiscientifiche.

Invitiamo l’assessora Bizzarri ad aprire un libro di testimonianze e di racconti delle Ebree e degli Ebrei tedeschi che negli anni Trenta subirono in Germania le discriminazioni del nazismo sulla loro pelle: legga quelle pagine, ascolti quelle parole e si chieda ancora se il suo post sia appropriato o se non provi, pur alla fine, un moto di intima vergogna.

Sindaco e maggioranza condividono?

Ci chiediamo e chiediamo, infine, se il sindaco Olivetti e le forze di maggioranza che si definiscono civiche e moderate condividano questo pensiero che accosta la democrazia italiana del 2021 con la dittatura nazista del 1934.

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