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Ogni scusa è buona per evadere le regole

Apprendiamo, con un certo disagio per i tanti ristoratori rispettosi delle norme, che pochi giorni fa un ristorante stagionale del lungomare di Senigallia ha annunciato che chiuderà in segno di protesta contro il super-Green-Pass.

Proprio ieri, il leader del movimento #IoApro, lupus in fabula, Umberto Carriera, ha annunciato che il suddetto ristorante senigalliese oggi farà una cena “aperta a tutti”, in totale dispregio delle regole sanitarie e del buon senso (visti i numerosi contagi che vedono intere famiglie a casa e scuole del ciclo dell’obbligo deserte) non richiedendo l’esibizione del green pass a nessuno dei partecipanti. Inutile aggiungere che il movimento #IoApro, non ha al momento motivazioni per sbraitare, dato che, grazie alla campagna vaccinale è stata possibile la riapertura dei locali e che molte sono state le attenzioni della politica e delle amministrazioni locali volte a favorire la ripresa della piena attività del settore.

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A quando un moto di intima vergogna?

Imbarazzo. Rabbia. Vergogna. Sono questi i sentimenti che si susseguono leggendo e rileggendo il messaggio social in cui l’assessora Ilaria Bizzarri rilancia le dichiarazioni del giornalista Francesco Borgonovo, che accostano la recente introduzione del “super green pass” con la condizione degli Ebrei tedeschi nella Germania del 1934.

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Il CdA dimissionario della Fondazione continua ad amministrare senza decidere né prendersi responsabilità di nulla

Le dimissioni non si annunciano, si danno. Per la Fondazione Città di Senigallia parrebbe valere il contrario. Ci siamo dimessi, ci dimettiamo, forse ci dimetteremo: boh! La città non è riuscita ancora a capirlo.

Intanto, almeno qualcuno, è ancora lì, e parrebbe intenzionato a non mollare. Responsabilità, no grazie. Ruolo e visibilità, sì certo.

E in questo, lungo, limbo autodeterminato va un po’ oltre l’ordinaria amministrazione: fa bandi d’assunzione, mesta, decide. Tutto, meno che evidenziare il grave stato della situazione per gli ospiti e i loro parenti ingenerata dalla pandemia e in atto da oramai quasi due anni.

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Sindaco, com’è possibile che Lei non ricordi!?

Sindaco Massimo Olivetti, com’è possibile che Lei non ricordi cosa succedeva nel marzo del 2020? Rimane stupito e sdegnato nell’apprendere che ai dipendenti della Fondazione, all’inizio del contagio, si comunicava di utilizzare le mascherine seguendo le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità?

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Pergolesi a Bernardini: “L’hub vaccinale presso la caserma non è la migliore soluzione per ritornare al più presto in una situazione di normalità.”

Cara Anna Maria,
ho letto con attenzione la tua lettera.
Ti ringrazio per la stima nei miei confronti che è assolutamente ricambiata.
Non capisco però perché ti abbia deluso.

Da sempre, la mia personale opinione è che il bene pubblico sia superiore ai pur legittimi interessi di una proprietà
Ti chiedo di fidarti se ti dico che detta da me non è una frase fatta. 

Il Palapanzini indicato come punto strategico dall’ASUR

Da un anno ci dicono che siamo in guerra contro il virus.
È una metafora che non mi piace, ma rende l’idea.
Ora, i nostri generali (l’ASUR) ci hanno detto che il punto strategico per puntare i cannoni (i vaccini) contro il virus era il Palapanzini. Non vi è quindi alcun dubbio su quale fosse la postazione ideale tra i Vigili del Fuoco e il Palazzetto dello Sport.
Possiamo avere posizioni diverse sul fatto che la palestra dei Vigili del Fuoco sia abbastanza adeguata o meno, ma non si può prescindere dal fatto che è comunque di qualità inferiore rispetto al Palasport di via Capanna.
Credo quindi che la questione sia stata mal posta e si siano invertite le priorità.

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Effetti speciali per rendere accettabile il nuovo hub vaccinale alla caserma dei Vigili del Fuoco

Abbiamo raccolto diverse testimonianze in merito al nuovo hub vaccinale presso la caserma dei Vigili del Fuoco tanto da titolare l’esperienza del vaccino in tal modo:

La cortesia e professionalità del Personale Sanitario e della Protezione Civile trasformano in reggia degli ‘sgabuzzi’.

Proprio così! 

Vaccinarsi nel nuovo hub

L’ingresso è in una tensostruttura (che può essere riscaldata) dove i volontari della Protezione Civile misurano la temperatura corporea, controllano e assistono alla compilazione della modulistica, fanno effettuare l’igienizzazione delle mani. Detta “location” di accoglienza è abbastanza esposta alle intemperie e il vento, lì, si insinua che è una bellezza (come dichiarato e direttamente sperimentato da taluni).
Ci si sposta in gruppi da cinque in un corridoio piuttosto angusto e asfittico, poi si accede alla palestrina (metà di quella del Padovano e 1/6 di quella del Palapanzini) poco luminosa e vecchiotta, in cui sono presenti sette postazioni; ci sono poi due postazioni per i pazienti fragili in un ambiente a fianco, separato dallo stesso.
Dopo l’inoculazione del vaccino, si viene invitati all’attesa post-vaccinale in un’altra tensostruttura esterna, dato il poco spazio della palestrina, ove si attende un quarticello d’ora. L’uscita passa dietro la caserma e obbliga a un lungo percorso “panoramico” altrettanto esposto alle intemperie (pioggia e vento) e decisamente inappropriato nei mesi di canicola estiva.

Serve uno spazio più adeguato…

Insomma, non si potrebbe, a furor di popolo, chiedere il ritorno ad un ambiente vaccinale accettabile, per chi ci lavora e per chi vi si reca?
Perché il superiore ricorso al bene comune getta la spugna di fronte alla volontà delle società sportive? 

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Gravissimo che un rappresentante delle istituzioni sostenga l’elusione delle norme a tutela della salute.

L’iniziativa di “disobbedienza civile” denominata #ioapro è arrivata anche a Senigallia, emergendo dalle cronache locali con la protesta di un locale di Marzocca. 
Manifestazione pericolosa, resa ancora più grave dalla presenza ostentata del consigliere comunale di maggioranza di destra Massimo Montesi.

Diritti al Futuro ritiene gravissimo che un rappresentante delle istituzioni sostenga a parole e nei fatti l’elusione delle norme di leggi vigenti, tanto più di quelle normative che promuovono la tutela della salute umana, protetta dalla Costituzione in modo diretto e totale.

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Non siamo sulla stessa barca. Nella crisi non siamo tutti uguali.

Non siamo tutti sulla stessa barca in mezzo a questo mare sul quale si è abbattuta questa tempesta inaspettata e furiosa  che ci ha reso fragili e disorientati.

Non siamo tutti sulla stessa barca e non siamo tutti fragili alla stessa maniera.

La grave emergenza sanitaria dovuta al contagio e alla diffusione del Covid19 che ha portato malattia e morte, si è fin da subito manifestata come grave crisi economica e sociale.

Nella crisi non siamo tutti sulla stessa barca. Nella crisi non siamo tutti uguali perché in questa crisi, come in tutte le crisi, ci sono coloro che non ne risentono affatto, ci sono addirittura coloro che ci guadagnano ma ci sono tanti che la crisi la pagano e tanti altri che dalla crisi vengono travolti.

Ci siamo ritrovati impauriti e smarriti. Come discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca……ci siamo tutti”.

Papa Francesco, Piazza San Pietro, 7 marzo 2020
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Ambiente

Coronavirus e inquinamento globale

In Italia, la Lombardia è risultata la regione più colpita dal virus ed è anche la stessa che ha il tasso di inquinamento dell’aria più alto. Ci sono moltissimi fattori che influenzano la diffusione incontrollata di un virus come appena accaduto, però in questo articolo voglio porre l’attenzione su un tema trattato lunedì sera su Rai 3 dalla trasmissione Report. In particolare, pare ci siano delle evidenze di una correlazione fra la concentrazione di polveri sottili in atmosfera e la diffusione del Covid-19. Recenti studi condotti dalla SIMA (Società Italiana di Medicina Ambientale) insieme alle università di Bologna e di Bari, spiegano come «il particolato atmosferico funzioni da vettore di trasporto per molti contaminanti chimici e biologici, inclusi i virus». Pertanto, potrebbe essere una causa della assai marcata differenza di contagio fra le aree del Nord Italia e il resto del Paese.

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Idee

Emergenza pandemia

Se ne può e se ne deve uscire con più pubblico e meno privato.

Stagionali agricoli e del turismo

Da diversi giorni il mondo dell’agricoltura sta mandando grida di allarme per la mancanza di manodopera nelle campagne a causa della chiusura delle frontiere e quindi dell’impossibilità per i lavoratori stagionali stranieri, che normalmente coprivano questo settore, di raggiungere l’Italia.
Per rendersene conto basta digitare su un motore di ricerca qualsiasi  “coronavirus stagionali agricoltura” o cose simili.