“Verità per Giulio Regeni”. Questa è la scritta nera su uno striscione giallo che fino a pochi giorni fa campeggiava sulla facciata del Palazzo municipale di Senigallia, uno striscione e una scritta che accomunano tanti comuni italiani, istituzioni scolastiche, piazze pubbliche e monumenti utilizzati per dare diritto di cittadinanza alla verità per conoscere le responsabilità sulla morte sotto tortura del nostro giovane connazionale il 3 febbraio 2016 e il cui cadavere fu rinvenuto ai margini di una autostrada egiziana, come fosse un rifiuto.
La tragica morte di Giulio nell’Egitto dominato dalle giunte militari e dai fanatici religiosi ha spinto anche la nostra città a innalzare questo striscione, per rivendicare la pubblica e comune richiesta di verità e giustizia per un giovane ricercatore reo solamente di portare avanti i suoi studi, denunciando le condizioni di vita di lavoratori sfruttati e la corruzione di sindacalisti e funzionari egiziani.
Questo striscione, logoro e consunto, aveva sfidato in questi anni il caldo e il freddo, il sole e le piogge, rimanendo, ben saldo, a monito delle istituzioni e del governo nazionale, ma nulla ha potuto contro la foga iconoclasta del sindaco Olivetti e dei suoi sodali. Uno dei primissimi atti della nuova giunta è stato, infatti, quello di rimuovere questo striscione: forse che fosse percepito come un pericoloso focolaio di dissenso verso l’attuale amministrazione? Proprio oggi, forse per rispondere alle numerose proteste fioccate sui social network, il sindaco Olivetti ha brandito una sua lettera al Presidente del Consiglio Conte e al ministro degli Esteri Di Maio (oibò!) in cui chiede giustizia e verità per Giulio Regeni a nome della cittadinanza senigalliese (meno male!), ben spiegando al Presidente e al ministro di aver rimosso il pericoloso drappo poiché «consunto e rovinato» (molto meglio una lettera ufficiale così poi la coscienza è tranquilla e nessuno ci si pensa più!).
Diritti al Futuro crede che questa vicenda sarebbe ridicola, se non riguardasse la memoria di un nostro connazionale così tragicamente scomparso. Per cui chiediamo al sindaco Olivetti:
- di spiegarci il nesso logico fra rimuovere il drappo per Giulio e invitare il Governo ad un maggiore impegno sulla vicenda;
- quando lo striscione tornerà, pulito e nuovo, a chiedere verità per Giulio sulla nostra Casa comunale.
Diritti al Futuro rivolgerà queste e altre domande direttamente al sindaco Olivetti attraverso un’apposita interrogazione consigliare a cui spera vorranno aderire anche le altre democratiche forze di opposizione. Verità, e giustizia, per Giulio Regeni! Le lettere finiscono nel cassetto. Gli striscioni sventolano all’aria aperta per ricordare alle istituzioni e alle comunità che la storia di Giulio Regeni è la storia della “meglio gioventù” di questo paese, che non va infangata da nessuno.
4 risposte su “Le lettere finiscono nel cassetto. Gli striscioni sventolano all’aria aperta.”
[…] soprattutto, le chiediamo quando, signor sindaco, colmerà il vulnus di quell’illogica e “cattiva” rimozione? Quando, signor sindaco, risponderà alle tante richieste di tanti cittadini che chiedono il […]
[…] l’eliminazione della bandiera di Regeni dalla casa comunale, la casa di tutti i cittadini (forse), […]
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