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Comunicato stampa

Striscione per Regeni rimosso: in due anni, nessuna PEC inviata dal sindaco

Pubblichiamo questo comunicato scritto da Stefania Pagani di Vola Senigallia e co-firmata dal nostro consigliere Enrico Pergolesi, che non hanno mai smesso di chiedere al sindaco che risultati avesse ottenuto con le PEC ai premier, promesse in seguito alla rimozione dello striscione “Verità per Giulio Regeni” dal Palazzo Comunale.

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Comunicato stampa

Quinto anniversario della morte di Giulio Regeni

Sono ormai trascorsi alcuni giorni dal 25 gennaio 2021, quinto anniversario del ritrovamento del corpo, torturato e mutilato, di Giulio Regeni, e nessuna voce che chieda verità e giustizia si è alzata dal sindaco di Senigallia Olivetti o dalla sua maggioranza, come invece hanno fatto, per fortuna, migliaia e migliaia di donne e uomini in tutta Italia, a partire da Fiumicello, paese natale del giovane ricercatore. Il silenzio dell’amministrazione di destra è ancora più pesante se si pensa che uno dei primissimi atti della nuova giunta fu proprio quello di rimuovere lo striscione giallo e nero per Giulio, che, «consunto dalle intemperie», resisteva da anni sul Palazzo Comunale senigalliese.

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Comunicato stampa

Pagani e Pergolesi: un’interrogazione in Consiglio Comunale sullo striscione tolto di Giulio Regeni

La consigliera comunale di Vola Senigallia Stefania Pagani e il consigliere comunale di Diritti al Futuro al Futuro Enrico Pergolesi hanno presentato una interrogazione a risposta orale rivolta al sindaco Massimo Olivetti in merito alla rimozione dello striscione per Giulio Regeni.

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Comunicato stampa

Le lettere finiscono nel cassetto. Gli striscioni sventolano all’aria aperta.

“Verità per Giulio Regeni”. Questa è la scritta nera su uno striscione giallo che fino a pochi giorni fa campeggiava sulla facciata del Palazzo municipale di Senigallia, uno striscione e una scritta che accomunano tanti comuni italiani, istituzioni scolastiche, piazze pubbliche  e monumenti utilizzati per dare diritto di cittadinanza alla verità per conoscere le responsabilità sulla morte sotto tortura del nostro giovane connazionale il 3 febbraio 2016 e il cui cadavere fu rinvenuto ai margini di una autostrada egiziana, come fosse un rifiuto.

La tragica morte di Giulio nell’Egitto dominato dalle giunte militari e dai fanatici religiosi ha spinto anche la nostra città a innalzare questo striscione, per rivendicare la pubblica e comune richiesta di verità e giustizia per un giovane ricercatore reo solamente di portare avanti i suoi studi, denunciando le condizioni di vita di lavoratori sfruttati e la corruzione di sindacalisti e funzionari egiziani.