Sono ormai trascorsi alcuni giorni dal 25 gennaio 2021, quinto anniversario del ritrovamento del corpo, torturato e mutilato, di Giulio Regeni, e nessuna voce che chieda verità e giustizia si è alzata dal sindaco di Senigallia Olivetti o dalla sua maggioranza, come invece hanno fatto, per fortuna, migliaia e migliaia di donne e uomini in tutta Italia, a partire da Fiumicello, paese natale del giovane ricercatore. Il silenzio dell’amministrazione di destra è ancora più pesante se si pensa che uno dei primissimi atti della nuova giunta fu proprio quello di rimuovere lo striscione giallo e nero per Giulio, che, «consunto dalle intemperie», resisteva da anni sul Palazzo Comunale senigalliese.