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Comunicato stampa

La Regione Marche nega il diritto alle donne per la Ivg farmacologica anche nei Consultori Familiari

Negli ultimi anni, siamo intervenuti più volte per la piena applicazione della legge 194 nella nostra Regione e abbiamo spesso ribadito che questa legge rappresenta ancora oggi un livello alto della mediazione tra la cultura laica e quella cattolica rappresentate nel 1978 da uomini di grande spessore politico e senso dello Stato, forti del reciproco riconoscimento e rispetto delle differenze.

La legge sulla “Tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza” garantisce alla singola donna il diritto di scelta sulla procreazione, ma a quella scelta attribuisce un interesse pubblico in quanto evento sociale da prevenire e contenere. Ai Consultori Familiari fu attribuito il compito di assistere la donna nella scelta alla procreazione informata e consapevole.

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Comunicato stampa

Diritti al Futuro sulla lettera del Dott. Filisetti: “Ha dell’incredibile, invece di ricordare la tragedia di tutte le guerre, Filisetti rispolvera terminologie nazionaliste”

In queste ore sta facendo il giro del Paese la nota che il direttore generale dell’Ufficio Scolastico per le Marche, dott. Ugo Filisetti, ha indirizzato agli studenti della regione in occasione del 4 novembre, anniversario della fine per l’Italia della Grande Guerra del 1915-1918.

Leggendola, in molti fra studenti, insegnanti e dirigenti hanno pensato che si trattasse di una fake news di qualche nostalgico d’altri tempi o di una missiva di qualche reduce datata 1920 e invece si è rivelato tutto vero, forse figlia del nuovo vento regionale di destra. La lettera ha dell’incredibile se si pensa che arriva da chi si dovrebbe occupare di istruzione, giovani ed educazione, insegnando anzitutto al rispetto della vita, della memoria e della pace. «I figli d’Italia che dettero la loro vita per la patria», «una gioventù che andò al fronte e là vi rimase», «combatterono per dare un senso alla vita»: queste e molte altre sono le vuote e retoriche frasi che costellano la lettera di Filisetti. Invece di ricordare la tragedia di tutte le guerre, l’inutilità delle armi e ripudiare «la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali» come recita la nostra Costituzione repubblicana, Filisetti rispolvera terminologie nazionaliste e militariste tanto care al Ventennio fascista.